Siamo cittadine e cittadini chiamati in causa dall’esigenza di favorire lo sviluppo sostenibile di Riva del Garda con l’obiettivo di destinare a verde pubblico l’intera Area Lago favorendo così anche un vero progetto di mobilità sostenibile.
Nei giorni scorsi un gruppo di persone si è riunito per provare a dare continuità, insieme, all’impegno che ognuno o a piccoli gruppi o in diversi movimenti porta avanti da tempo con lo scopo di “convincere” della bontà di un ambiente sostenibile e godibile a tutti. C’era qualcuno intenzionato a dare continuità alla motivazione ambientale per la quale ha candidato alle recenti elezioni comunali di Riva del Garda. C’erano persone di tutte le età, giovani con la voglia di fare concretamente, meno giovani fiduciosi che alla buona azione possa corrispondere comprensione e anziani ancora convinti che sia doveroso non rinunciare mai agli obiettivi di ben-essere per tutti. Si respirava, è bene dirlo, un’aria di entusiasmo. E si sono riuniti, a segnare simbolicamente le condotte future, in riva al “mare nostrum” in un incantevole tramonto. Proprio perché si tratta di un posto incantevole è vitale difenderlo. Con la scusa della valorizzazione e della rigenerazione sono stati compromessi, se non distrutti, molti territori magnifici del pianeta. Oggi, in numerosi luoghi, si è ridotti a difendere gli ultimi angoli di paradiso che non sono utili solo alla rigenerazione dello spirito, cosa sempre più importante, ma sono legati alla vita stessa dell’umanità che davanti agli spaventosi squilibri creati e a una antropizzazione esagerata, rischia di non avere futuro. La consapevolezza di questo stato delle cose si sta fortunatamente diffondendo ma risulta sempre necessario rimanere vigili e propositivi in presenza di una idea di “sviluppo” che irride agli interessi più generali e al bene comune. Ciò anche in conseguenza del fatto che sull’intera “busa” si è costruito troppo e spesso senza criterio alcuno. Basta salire un po’ sui monti circostanti perché lo sguardo abbracci una quantità enorme di edificazione che già oggi risulta dannosa ma che svelerà effetti nefasti in un futuro prossimo, compresa l’attrazione continua di traffico che non verrà risolta dalla nuova viabilità per Rovereto. Dentro questo quadro più ampio si inscrive l’azione che si vorrebbe portare avanti concentrandosi sulla fascia lago di Riva dalla Rocchetta al Brione al fine di creare il più grande Parco Pubblico affacciato sul Garda. E a proposito di Garda si è anche piacevolmente discusso delle varie ipotesi di nome con il quale battezzare il nascente comitato. Da notare l’idea di intitolarlo L’ORA. Òra a indicare il caratteristico vento impetuoso e fonte di vita e Ora per dire che è giunto il momento di non ritorno: o adesso a mai più. È forse l’ultima occasione per evitare che la speculazione privata comprometta anche questo pregiatissimo patrimonio. L’idea è stata accantonata perché sarebbe stato difficile collegare il nome alla immediata individuazione degli scopi del sodalizio. Il nome scelto è COMITATO PER LA SALVAGUARDIA AREA LAGO. La parola chiave è “salvaguardia”. E salvaguardia vuol dire prima di tutto la non edificabilità in quell’area. A coloro che affermano che dire NO! Sia sbagliato e improduttivo, rispondiamo che dire SOLO NO lo è, ma che essi, i NO, oggi a maggior ragione rispetto a ieri, sono diventati sempre più necessari. No! a ulteriore cementificazione. SI! a una “mobilità sostenibile” che è strettamente legata alla salvaguardia della fascia lago. Se si edificasse ulteriormente nei pressi del lago, verrebbe attratto nuovo traffico veicolare compromettendo irrimediabilmente un diverso modo di concepire e realizzare il movimento delle persone.