In riferimento a quanto dichiarato alla stampa dalla Sindaca Cristina Santi (il T quotidiano di domenica 8 settembre 2024), in merito alle firme consegnate in data 5 settembre 2024 al presidente del Consiglio Comunale Salvatore Mamone, SAL propone queste riflessioni:
Siamo ancora in attesa di conoscere il parere tecnico sulla legittimità della nostra richiesta e già la Sindaca sembra liquidare la questione sulla base di una proporzione numerica fra firme raccolte, numero di abitanti e numero indefinito dei favorevoli alla prosecuzione della ciclovia.
La sindaca afferma infatti: “prendo atto delle firme che sono state raccolte. Riva ha 18.000 abitanti e sicuramente 400 firme sono tante, ma sono convinta che ci siano altrettante persone favorevoli”

Ciò che nella dichiarazione della Sindaca non appare è la ragione per cui sono state raccolte quelle 402 firme. I cittadini hanno firmato per chiedere la convocazione di un consiglio comunale in cui si affronti il tema ciclovia sulla base di una proposta di deliberazione (richiedere alla provincia di fermare l’opera allo Sperone), sulla quale sentire orientamenti pareri e dichiarazioni di voto da parte di chi da quei cittadini è stato eletto con il mandato di amministrare al meglio la città e il territorio.
È una richiesta di partecipazione avanzata sulla base di norme che la prevedono, una partecipazione attiva poiché viene presentata una proposta ampiamente documentata sulla quale costruire una opportunità di confronto senza a priori così definitivi: “fermare il progetto è assolutamente impossibile… non possiamo fermarci perché siamo in una fase inoltrata e quindi non si può tornare indietro”. Sono ancora le parole della Sindaca Santi. “È un’opera che è stata fortemente richiesta nel 2018 non dalla mia amministrazione ed è stata condivisa dal territorio. Noi stiamo solo portando avanti i lavori.”
Con queste affermazioni la Sindaca Santi sembra dichiarare che il proseguimento o no della ciclovia è materia della Sua amministrazione e quindi del Consiglio Comunale e che, come il territorio è stato ascoltato nel 2018, può essere nuovamente ascoltato nel 2024. In sei anni ci sono stati molti cambiamenti da quelli climatici a quelli sociali e politici ed è notevolmente cambiato anche il progetto della ciclovia che si sta rivelando troppo impattante, troppo rischiosa e troppo costosa. Certamente l’anello completo, anche se già venduto come esistente dai media, non sarà mai realizzato. E allora ciò che è stato fatto finora? Soldi e paesaggio sprecati? ci si potrebbe chiedere. Ed è proprio qui che prende importanza la proposta di fermare la ciclovia allo Sperone. I soldi non sarebbero stati spesi invano, Riva potrebbe vantare il suo tratto di ciclovia gardesana e inaugurare una intermodalità che avrebbe una attrattiva anche maggiore per turisti consapevoli e amanti del bello. E forse offrirebbe anche una opportunità politica agli amministratori provinciali (in particolare al Presidente Fugatti) e comunali di concludere un progetto non tanto sulla base di uno scontro politico o di un conteggio di voti, ma sull’ascolto del territorio, di quella parte attiva di elettrici ed elettori che, per quanto in numero ridotto rispetto agli aventi diritto di voto, sono sempre di più dei 140 voti che hanno determinato l’esito della precedente tornata elettorale e possono fare la differenza.